La dipendenza è un’abitudine esacerbata che, da semplice indulgenza a un comportamento o consuetudine al consumo di una determinata sostanza, diventa una ricerca patologica del piacere (spesso chiamato “vizio”) attraverso tale comportamento o sostanza. La persona dipendente perde la capacità di autocontrollo.
Nel DSM-V (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) è stato aggiunto il criterio del craving, termine che implica il forte desiderio o la spinta compulsiva nella ricerca del mezzo o della sostanza oggetto della dipendenza.
Le dipendenze possono essere di vario tipo: da droga, gioco d’azzardo, alcol, nicotina, sessuali e di relazione
Come terapeuta mi occupo delle dipendenze da sostanze e da gioco.
Vi sono varie teorie sulle dipendenze. Personalmente aderisco al pensiero che la dipendenza, suscettibile di diventare una vera e propria malattia per la pervasività dei suoi effetti, che coinvolgono la persona in toto, sia innanzitutto un tentativo di scappare da una sofferenza. Il modo di percepirla è importante perché influisce sul modo di trattarla. Per aiutare le persone vittime della dipendenza, non basta somministrare loro farmaci che ne controllano i sintomi ma bisogna risolvere il trauma alla base, perché di trauma si tratta.
Le persone dipendenti da droghe (eroina, cocaina, ectasy, LSD ecc.) per inalazione, iniezione o ingestione corrono molti rischi. Spesso vivono al margine o al di fuori della legalità e soffrono di problemi di salute causati dalla droga come psicosi, HIV, Epatite C, tumori, senza dimenticare le morti da overdose. La società spesso ci raffigura il drogato come una persona disperata, mostrandoci solo la disperazione per la droga, senza spiegarci il motivo alla base della dipendenza. Le persone drogate si comportano in modo disfunzionale, manipolativo, aggressivo, sgradevole ma sotto questi comportamenti si cela la sofferenza.
Il gioco
La dipendenza da gioco è definita come GAP (gioco d’azzardo patologico)
Cos’è il gioco d’azzardo?
È un’attività ludica con le seguenti caratteristiche fondamentali: si gioca per vincere un premio (denaro, beni materiali, buoni ecc.), la partecipazione comporta un rischio (una somma di denaro, beni propri ecc.), la vincita dipende più dal caso che dalla bravura.
Il gioco d’azzardo patologico, detto anche “ludopatia”, in effetti è una vera e propria malattia che, nei casi gravi, può portare alla morte. Il tasso di suicidio, tra le persone che ne sono affette, è quattro volte superiore alla media. La dipendenza da gioco è assimilabile ad un disturbo ossessivo compulsivo e come ogni disturbo presenta un quadro sintomatico a più livelli: fisico, psichico e sociale.
A marcare il mutamento del rapporto tra giocatore e gioco, il momento in cui quest’ultimo, da semplice “vizio” controllabile, diventa dipendenza, è l’assuefazione. Il ludopatico gioca sempre di più per ottenere lo stesso livello di eccitamento. I sintomi sono: le crisi da astinenza, con nervosismo e ansia quando tenta di smettere o non si riesce a giocare; la perdita di controllo sul gioco e sulle modalità di procurarsi il denaro. Spesso chiede prestiti ad amici e/o parenti per le scommesse, e in genere non riesce a restituirli.
Il giocatore dipendente di solito ha una bassa stima di sé. Il gioco, con l’innalzamento dell’adrenalina, rappresenta il modo migliore per fuggire dalla depressione. Il giocatore compulsivo non può fare a meno di giocare. Poiché si illude di poter smettere quando vuole, è difficile convincerlo a intraprendere un trattamento. Con il proprio comportamento trascura gli amici e le relazioni familiari, rimanendo spesso solo con i debiti che si è procurato.
La dipendenza da alcol o nicotina
Alcol
L’alcol è una droga potente, contenente etanolo, sostanza che riduce tensione e inibizione. L’etanolo causa una dilatazione dei piccoli vasi sanguigni vicino alla pelle. La dilatazione ci rende rossi in viso e ci procura riscaldamento corporeo e un senso di benessere, almeno all’inizio. Gli effetti dell’alcol colpiscono il cervello, il midollo allungato e il cervelletto causando disequilibrio, scarso coordinamento dei movimenti, lentezza nei riflessi, perdita di memoria, cambiamenti dell’umore e del comportamento. Inoltre, possono subentrare un aumento del battito cardiaco, rallentamento della parola e del respiro. Grandi quantità di alcol possono portare al coma e alla morte. Gli effetti a lungo termine dell’alcolismo includono malnutrizione; disturbi allo stomaco come ulcere e gastriti; danni ai muscoli del cuore; disturbi al fegato, che diventa inabile ad eliminare le sostanze tossiche dal sangue ed elaborare i nutrienti a causa della cirrosi epatica. Alcuni medicinali interagiscono negativamente con l’alcol, per cui per l’alcolista può diventare problematico assumere farmaci di uso comune o richiesti per curare determinate patologie. L’alcol porta ad avere problemi personali e sociali a causa della dipendenza e dei cambiamenti emotivi e comportamentali ad esso correlati. Se consumato durante la gravidanza può portare ad una malformazione del feto, aborto, ritardo mentale, e/o ridotto sviluppo fisico del nascituro. La guida in stato di ebbrezza, a causa dei riflessi rallentati e dell’indebolimento della vista, porta il conducente ad un giudizio errato del rischio e della distanza di sicurezza da mantenere tra un veicolo e l’altro, contribuendo all’aumento di incidenti stradali, spesso mortali. Durante il periodo d’astinenza, che dura circa 48-72 ore dall’inizio della sospensione di bevande alcoliche, può insorgere la sindrome di delirium tremens. Questa sindrome è caratterizzata da disorientamento, attacchi d’ansia, sudorazione, disturbi del sonno con incubi, allucinazioni e disturbi vestibolari che creano l’impressione che il pavimento si stia muovendo. Di solito, in assenza di altre condizioni associate, l’episodio di delirio si conclude con un sonno profondo entro 12- 24 ore.
Nicotina
La nicotina è uno stimolante che si trova nel tabacco, responsabile della maggior parte dei cambiamenti chimici nel nostro corpo.
Il disturbo da nicotina comporta assuefazione e, come tutte le dipendenze, cela meccanismi psicologici strategici atti a colmare vuoti emotivi, ansia e stress.
Il fumo aspirato nel polmone è costituito da nicotina, monossido di carbonio, catrame e altre sostanze nocive, il che spiega il forte legame tra il tabagismo e le malattie respiratorie. Gli effetti a breve termine includono aumento dei battiti cardiaci e della pressione del sangue. Il catrame colpisce la mucosa del sistema respiratorio e blocca la respirazione; il sintomo della tosse è un tentativo di liberare le vie respiratorie. Il monossido di carbonio danneggia il rivestimento dei vasi sanguigni mentre aumenta i depositi di grasso sulle pareti.
La nicotina provoca la costrizione dei vasi sanguigni, che porta a malattie cardiache. I fumatori possono sentirsi tesi e nervosi senza un motivo. I nuovi fumatori possono sperimentare l’avvelenamento da nicotina, i cui sintomi sono vertigini, vomito, pelle umida e persino svenimento. L’uso prolungato del tabacco può causare seri problemi respiratori come bronchiti, asma e enfisema, malattie cardiache e cancro al polmone. L’enfisema causa la distruzione degli alveoli dei polmoni, il catrame macchia denti e dita e può depositarsi sui polmoni concorrendo allo sviluppo di cellule cancerogene. Altri irritanti chimici causano il restringimento del passaggio dell’aria. La dipendenza dal fumo può portare a problemi sociali e personali che implicano crisi di astinenza e il non poter stare in posti non adibiti ai fumatori.
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